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mercoledì 25 aprile 2012

Parliamo un pò di Sulmona

Sulmona è un comune italiano di 25.170 abitanti[3] della provincia dell'Aquila in Abruzzo. È il terzo[4] comune più popoloso della provincia ed il nono[5] della regione.
Già oppidum dei Peligni, successivamente municipio romano, nel 43 a.C. Sulmo diede i natali al poeta latino Publio Ovidio Nasone. Nel Medioevo, per volontà di Federico II, fu dal 1233 al 1273 sede del Giustizierato d'Abruzzo e capoluogo amministrativo della regione.
È tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione, insignita della Medaglia d'Argento per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.
Situata nel cuore dell'Abruzzo, a ridosso del Parco nazionale della Majella, Sulmona è nota nel mondo per la secolare tradizione nella produzione dei confetti.

Le materie plastiche!!

Le materie plastiche

Cosa sono

Sono costituite dai polimeri sintetici, con aggiunta di vari additivi che ne migliorano le caratteristiche e ne abbassano il costo. Hanno proprietà plastiche accentuate cioè, se vengono sottoposte a sollecitazioni meccaniche, subiscono variazioni di forma e dimensione che si conservano nel tempo.

Caratteristiche

Le materie plastiche hanno avuto un incredibile successo nei più svariati campi di applicazione perchè sono dotate di molte caratteristiche positive:

leggerezza, potere isolante termico, acustico ed elettrico, buona resistenza a trazione, ottima resistenza chimica, resistenza agli agenti atmosferici.

Esse sono però per la maggior parte infiammabili ed alcune liberano gas tossici, hanno una temperatura di utilizzo piuttosto bassa, sono poco rigide, non sono biodegradabili, tendono a deteriorarsi per scissione (dei legami intramolecolari, cioè depolimerizzano, dovuta alle radiazioni UV e visibili).

Applicazioni

Si usano nelle costruzioni per coperture, gronde e pluviali, infissi, pavimentazioni, tubi per l'acqua e gas, scarichi fognari, isolanti termici ed acustici, impermeabilizzanti, tinteggiature.

Nel settore del restauro servono come consolidanti e protettivi; nella decorazione pittorica entrano nella formulazione di colori per artisti e sono utilizzate anche nel campo della scultura.
PROCESSI DI LAVORAZIONE:
Stampaggio ad iniezione

Questo processo è adatto per resine termoplastiche.

La resina, sottoforma di granuli, viene dapprima resa fluida, tramite riscaldamento, e quindi costretta, attraverso un ugello, a penetrare nello stampo, sotto pressione, in modo da riempire le cavità e conformarsi nel modo voluto.

Un sistema di raffreddamento riporta il materiale allo stato solido e opportuni sistemi di estrazione automatica permettono l'uscita del pezzo finito dalla macchina. I pezzi mal riusciti o di scarto vengono macinati ed il materiale così ottenuto, mescolato a granulato fresco, può essere reimpiegato.


Estrusione

Le resine termoplastiche possono anche essere sottoposte a questo processo di lavorazione quando si vogliono ottenere, non oggetti, ma lastre, tubi, profilati.

La materia plastica, preventivamente fusa, viene spinta da una vite senza fine, attraverso un canale sagomato (filiera), che le imprime il profilo voluto.

Il pezzo, raffreddato in un altro canale (calibratore), solidifica e viene poi tagliato in modo automatico, delle dimensioni desiderate.


Stampaggio a compressione
In questo processo di lavorazione il materiale, sotto forma di polvere, è inserito in uno stampo aperto, costituito da una matrice ed un punzone.
Quando lo stampo riscaldato si chiude, la compressione del punzone fa scorrere lentamente la resina e la costringe ad assumere la forma voluta.
Data la struttura a reticolo delle resine termoindurenti, eventuali pezzi difettosi non possono essere recuperati.

Formatura sotto vuoto
Il materiale, sotto forma di foglio, viene costretto ad aderire allo stampo, facendo il vuoto nello spazio intermedio.

lunedì 16 aprile 2012

GLI STRUMENTI IDEOFONI


                           STRUMENTI MUSICALI:

ideofoni & membranofoni:
Le percussioni raggruppano Membranòfoni ed Idiòfoni.
I Membranòfoni sono strumenti musicali che producono suoni attraverso la vibrazione di una membrana tesa, come per esempio i numerosi tipi di tamburo diffusi in tutto il mondo.
La membrana è costruita con materiali sintetici o naturali, fra cui la pelle animale; per aumentare la vibrazione della membrana, alcuni strumenti come i tamburi della batteria, utilizzano una membrana cosiddetta risonante, che influenza il timbro in base alla sua tensione (in questo caso, la membrana viene indicata come battente).
Molti membranofoni utilizzano un cilindro risonante, il fusto, che ha un suono caldo se costituito da materiale naturale, come il legno, ed un suono più squillante se di metallo o in materie plastiche. I tiranti sono utilizzati per intonare lo strumento, nel caso di strumenti a suono determinato, o per ottimizzare la risonanza (possono essere delle viti di metallo o tiranti in corda, questi ultimi più diffusi nelle percussioni artigianali).
Uno di questi è la famosa batteria:
Classe: Membrafoni e Idiofoni
MATERIALE: è formato da un insieme di percussioni (in genere tamburi e piatti): i materiali sono acciaio, rame, ottone, pelli di animale o di materiale sintetico, cellluloide e plastica.
INFORMAZIONI GENERALI
La moderna batteria, della famiglia delle percussioni, permette ad un solo musicista di ricoprire la funzione che precedentemente era svolta da due o tre musicisti contemporaneamente. La diffusione di questo strumento si deve soprattutto all'evoluzione della musica jazz, che nacque e si sviluppò a New Orleans nel quartiere chiamato Storyville, il centro del divertimento. In questa città cosmopolita, dopo l'abolizione ufficiale della schiavitù nel 1865, si stabilirono molti neri, che trovarono lavoro come musicisti. Le prime bande furono richiestissime inizialmente per accompagnare le marce durante i funerali; in seguito cominciarono ad esibirsi in locali pubblici e questo causò la diminuzione dell'utilizzo dei tamburi, sia per motivi economici, sia per l'eccessiva sonorità prodotta. Alcuni percussionisti inventarono un metodo ingegnoso, chiamato double drumming per suonare insieme sia il rullante militare sia la grancassa: nacque così la batteria moderna. Successivamente furono aggiunti altri strumenti a percussione provenienti da altre culture: il piatto turco, i tom toms cinesi, il campanaccio, le campane di legno, i triangoli ed altri effetti sonori.
Durante gli anni Trenta, le orchestre che accompagnavano il cinema muto cercarono percussionisti in grado di suonare più strumenti anche in piccoli spazi. Il tamburo rullante (snare drum) diventò oggetto di grande interesse e studio; negli anni Quaranta, il diametro della grancassa diminuì ed aumentò la sua profondità, per generare un suono più secco e sonoro.
Nei successivi anni Cinquanta si diffuse il moderno uso del piatto a pedale (hit-hat o charleston), per scandire il tempo: le industrie musicali iniziarono a produrre batterie con misure standard.
Oggi la batteria, sebbene formata da molti strumenti, è considerata uno strumento unico e indivisibile.
Il batterista deve coordinare perfettamente mani e piedi: una tecnica difficile, considerando l'evoluzione che questo strumento ha ottenuto nel corso dell'ultimo secolo.


 



giovedì 12 aprile 2012

La RECONQUISTA!!!

Per Reconquista si intende il termine spagnolo e portoghese per definire il periodo di 750 anni in cui avvenne la conquista dei regni moreschi musulmani di al-Andalus della Penisola iberica (le attuali Spagna e Portogallo), da parte dei cristiani. La Reconquista avanzò dal nord a sud della penisola iberica. Venne chiamata così in contrapposizione alla conquista islamica che dal 700 si affermò in Spagna. Leggi in proposito la Spagna musulmana.
La conquista musulmana da parte della dinastia araba degli Omayyadi di al-Andalus nel 711 ai danni dei Visigoti avvenne nei primi anni dell'VIII secolo, e con la Battaglia del Guadalete. I musulmani conquistarono gran parte della Penisola iberica nel giro di soli cinque anni. Le armate moresche superarono anche i Pirenei, cominciando l'invasione del sud della Francia, ma vennero fermati dai Franchi prima nel 721 nella Battaglia di Tolosa, poi definitivamente da Carlo Martello nel 732 nella Battaglia di Tours.
Con la vittoria a Calatrava da parte di Alfonso V, re di León, al principio dell'XI secolo, i cristiani rioccuparono buona parte della Spagna. La conseguenza fu che il califfato di Cordoba prese a spezzettarsi, intorno al 1031, in piccoli emirati indipendenti, noti in spagnolo come reyes de taifas, mentre le Asturie, il León e la Galizia formarono un unico regno di Galizia.
I più importanti emirati arabi, spesso in lotta tra loro, divennero quelli di Siviglia, Almeria, Malaga, Granada, Saragozza e Toledo. Si stava assistendo allo scontro di due realtà feudali, di cui quella arabo-berbera era in fase di declino, in quanto al decentramento dei poteri politici non aveva fatto seguito, a livello locale, una democratizzazione delle condizioni socioeconomiche dei lavoratori. I vari emirati volevano soltanto avere gli stessi poteri del califfato, senza dovergli dipendere.
Poiché gli emirati in Spagna non erano più in grado di fronteggiare l'avanzata cristiana, decisero di chiedere l'appoggio delle truppe almoravide, le quali, nella battaglia di Zalhaca, nel 1086, infersero una grave sconfitta alle milizie cristiane di Alfonso VI, che fu di nuovo battuto nel 1108 a Uclés. Gli Almoravidi erano un movimento fondamentalista islamico, sorto in Africa settentrionale, tra i nomadi e contadini berberi, che mal sopportavano l'oppressione dei feudatari arabi locali.
 


Leggi tutto: http://www.spagna.cc/reconquista_spagna.html#ixzz1rpzZtqWo

LE CROCIATE!!!

                                                             Le croicarte!!!

Le crociate furono una serie di guerre, combattute tra l'XI e il XIII secolo fra eserciti di regni cristiani europei ed eserciti musulmani prevalentemente sul terreno dell'Asia minore e nel Mediterraneo orientale (ma anche in Europa, in Egitto e in Tunisia). Anche se esse furono benedette[1] e spesso invocate dal Papato e motivate da un sentimento eminentemente religioso che intendeva liberare dall'occupazione musulmana la terra dove nacque, predicò e morì Gesù Cristo, non si tratta propriamente di guerre di religione, dato che lo scopo non fu mai quello di costringere i musulmani a cambiare religione, neppure dopo le avvenute conquiste. Le armi, con cui i Crociati partirono e che impiegarono in Terrasanta, poco avevano a che fare con la religione, quanto piuttosto con un desiderio di liberazione che comportava inevitabilmente l'uso della forza, anche se non mancano richiami di autorevole fonte cristiana circa l'assenza di colpevolezza (peccato) nell'eliminazione fisica degli invasori avversari nella fede[2]

Diminuzione dei territori cristiani dell'Impero Bizantino
Le Crociate non furono causate quindi da contrapposte visioni religiose, nè, come affermano alcuni studiosi, per conseguire un personale arricchimento materiale e d'immagine[3], ma dalle denunce, sostenute anche da una lettera-appello dell'imperatore di Bisanzio Alessio Comneno, delle violenze a cui erano sottoposti dalle autorità musulmane del posto i pellegrini cristiani diretti in Terrasanta, cui occorreva garantire invece vita e sicurezza. Le Crociate ebbero quindi non trascurabili moventi politico-economici che germinavano all'interno del mondo feudale medievale europeo e bizantino, e come concreto obiettivo il controllo della Terrasanta e la sconfitta dei musulmani del posto. Sono altresì considerate da molti - storici e non - come la risposta della Cristianità al jihad islamico del VII secolo, alla luce della considerazione che la Spagna, la Palestina, il Nordafrica, e l'Asia Minore erano state fra terre più cristiane dal II/III secolo fino alla vittoriosa avanzata islamica del VII secolo, di cui era moralmente e giuridicamente lecito rientrare in possesso. Basti vedere come l'Impero Bizantino, avente il Cristianesimo come religione ufficiale, includeva quasi tutta l'Europa ed il Medio Oriente e si vide assogettato dalle armate mussulmane e ridotto a frazioni della penisola greca, prima che venisse organizzata una difesa armata.[4]

Soldati crociati in un'illustrazione di Pierre Larousse del 1922
In epoca contemporanea, anche se il termine crociata viene a volte utilizzato con una connotazione negativa, quando ad esempio si voglia sottolineare un conflitto i cui moventi siano più ideologici che ideali, la parola conserva invece la sua originaria valenza semantica positiva, quando viene usata per indicare attività e lotte caratterizzate da un forte afflato culturale o sociale (crociata contro il fumo, contro le droghe o contro l'alcool). Ad esempio, una mazziniana come Giorgina Craufurd Saffi, acattolica di origine e moglie del triumviro della Repubblica Romana del 1849 Aurelio Saffi, a proposito di una campagna, laica, contro la prostituzione e per il riscatto delle donne che vi erano coinvolte, parla di una santa Crociata, che oggi si combatte contro il Vizio eretto a sistema - contro il Male, accettato prima come ineluttabile "necessità", quindi, organizzato, protetto, sanzionato da legge di Stato (1881)[5].
Numerose crociate furono caratterizzate da episodi di violenza insensati.[6] La più veemente tra esse fu probabilmente la quarta crociata, che portò alla devastante conquista di Costantinopoli, a dispetto della comunanza di fede religiosa, che indebolì in modo notevole la solidità dell'Impero bizantino anche grazie alla nascita dell'Impero latino di Costantinopoli, avviando un inarrestabile declino che culminerà con il suo definitivo annichilimento da parte ottomana nel 1453.[7]
La prima crociata fu quella che ottenne i maggiori successi e portò alla nascita degli stati crociati d'Outremer che sopravvissero fino al 1303. Alla prima crociata seguirono altre spedizioni (8 crociate ufficiali) nel corso del XII e XIII secolo che però quasi mai raggiunsero gli obiettivi che si erano prefissate.
Dopo la definitiva conquista degli Stati crociati, il movimento crociato e l'ideologia religiosa che lo sosteneva non scemò immediatamente, ma al contrario, il movimento crociato sopravvisse per tutta l'Età Moderna (si pensi alle guerre contro i Turchi o alle guerre di religione che si combatterono dopo la Riforma protestante) e si estinse non per il fallimento delle spedizioni "De recuperatione Terrae Sanctae" o di fronte sorgere degli stati nazionali, ma perché la teologia morale che lo sosteneva cominciò pian piano a metter in dubbio la liceità del ricorso della violenza. Inoltre, dal tardo XVI secolo al XVII secolo all'idea di guerra santa si sostituì quello di guerra giusta. Contemporaneamente, e sempre molto lentamente ma in maniera irreversibile, all'idea del Cristo schierato politicamente e quindi all'idea che si combatteva "perché lo vuole Dio", si sostituì un'idea di una divinità neutrale e disinteressata ai conflitti politici tra gli uomini. Nel XVIII secolo, con l'Illuminismo, si arrivò a considerare le Crociate come il frutto di un'epoca fanatica e superstiziosa.