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martedì 27 dicembre 2011

Deforestazione

La deforestazione è la riduzione delle aree verdi naturali della Terra causata dallo sfruttamento eccessivo delle foreste. E' uno dei principali problemi ambientali del mondo contemporaneo. La presenza delle foreste gioca un ruolo di grande importanza per il mantenimento degli equilibri dell'ecosistema. Tramite il processo della fotosintesi le piante sottraggono l'anidride carbonica nell'aria (effetto serra) rilasciando al suo posto l'ossigeno. Le foreste consentono di filtrare e trattenere le acque, riducendo i rischi idrogeologici del territorio, distruggere l'habitat per migliaia di specie animali e vegetali (biodiversità), aumentare l'umidità del clima, frenare l'erosione del suolo ecc. La deforestazione è il risultato di un'azione irrazionale dell'uomo. Quando il taglio degli alberi eccede il loro tasso di ricrescita, allora la popolazione di alberi si riduce (deforestazione). Col passare del tempo si ridurranno anche gli effetti positivi apportati dalle piante all'intero ecosistema.

Cause della deforestazione

La deforestazione è un fenomeno storico. In qualsiasi epoca della nostra storia possiamo trovare esempi di deforestazione. Nell'antica Roma repubblicana, nella Parigi medievale ecc. Quello che contraddistingue la deforestazione contemporanea è l'elevata scala con cui si manifesta lo sfruttamento delle risorse. In origine, i principali responsabili delle deforestazioni furono i paesi occidentali. Basti pensare che quasi tutte le foreste europee sono andate interamente distrutte nel corso dei secoli della storia. In epoca contemporanea il problema della deforestazione è legata principalmente al sottosviluppo. I paesi industrializzati (ricchi) hanno già da tempo distrutto le proprie foreste primarie. Possiamo individuare le cause della deforestazione nelle seguenti:
  • Legname come combustibile. Un terzo della popolazione mondiale è costretto ad utilizzare il legname come combustibile per riscaldare le abitazioni o per cucinare. In questi paesi sono ancora disponibili le ultime foreste primarie del pianeta.
  • Creare nuove terre coltivabili. In molti paesi in via di sviluppo le foreste sono tagliate per creare nuove terre coltivabili. Le classi più povere sono costrette a questa pratica nell'intento di creare una economia di sussistenza. Purtroppo queste terre sono successivamente acquistate dagli speculatori che ricomprano gli appezzamenti dagli agricoltori per destinarli ad uno sfruttamento edilizio o minerario. Gli agricoltori sono pertanto costretti a tagliare altre aree forestali. Molte terre coltivate sono monocolture per produrre prodotti non alimentari (es. gomma naturale) destinati ad essere acquistati come materia prima delle filiere industriali (es. biocarburanti). Essendo le terre coltivabili una entità limitata, questo riduce la quantità di produzione agricola per l'alimentazione, spingendo le classi più povere al taglio delle foreste per creare un'agricoltura familiare di sussistenza.
  • Domanda di legno pregiato. La domanda di legno pregiato accresce il taglio degli alberi delle foreste equatoriali e tropicale.
La deforestazione è uno dei principali argomenti sul tavolo internazionale tra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo. I paesi sviluppati sono favorevoli alle politiche di conservazione delle ultime foreste del pianeta. I paesi in via di sviluppo che possiedono tali foreste, ribadiscono invece il loro diritto ad utilizzare le risorse naturali per crescere, ripercorrendo lo stesso cammino compiuto un tempo dai paesi industrializzati. Negli ultimi venti anni lo sfruttamento delle foreste non si è ridotto. Si registra un fenomeno di rimboschimento nei paesi occidentali, dove la superficie verde è aumentata. Il rimboschimento non risolve però le conseguenze della deforestazione in termini di perdita della biodiversità, causate dalla distruzione delle foreste primarie nei paesi in via di sviluppo.

lunedì 12 dicembre 2011


L'AMBIENTE SONORO
Il paesaggio sonoro è composto da diversi elementi, come le toniche , i segnali (sound signals) e le impronte sonore (soundmarks).

Tonica: è un termine musicale riconducibile all’armonia tonale che indica sia la prima nota di una scala, sia una funzione armonica di stasi. Nella terminologia elaborata dal World Soundscape Project sta ad indicare un suono che potrebbe non essere sempre udito coscientemente, ma che "evidenzia il carattere delle persone che vivono in quel luogo" (Schafer). Le toniche sono create ad esempio dalla natura: il vento, l’acqua, le foreste, gli uccelli, gli insetti, gli animali. In molte aree urbane il traffico è diventato una tonica.

Segnali: sono suoni in primo piano, uditi coscientemente. Ad esempio: dispositivi d’allarme, campane, fischietti, corni, sirene, ecc.

Impronte sonore: è un suono caratteristico di un’area. "Una volta che un’impronta sonora è stata identificata, meriterebbe di essere protetta, perché le impronte sonore rendono unica la vita acustica di una comunità" (Schafer).

I paesaggi sonori sono spesso utilizzati in performance musicali.
Il paesaggio sonoro (soundscape) è l’insieme di rumori, suoni, vocalizzazioni, canti e richiami che possiamo cogliere in un certo ambiente. La qualità di questo paesaggio sonoro è assai importante. Sappiamo che ogni organismo animale, uomo compreso mostra esplicite preferenze per il soundscape e quindi la qualità di un territorio passa anche attraverso la qualità del suo soundscape che diventa importante quanto il paesaggio visivo e una sua bassa qualità può portare all’allontanamento di molte specie sensibili. I rumori del traffico stradale sono per esempio una delle cause principali del declino delle comunità di uccelli. Infine il soundscape diventa un vero e proprio footprint necessario agli organismi animali per esplicitare molte delle loro funzioni per le quali è richiesto un riconoscimento anche di tipo acustico.
Analizzando il soundscape di un luogo scopriamo che esistono suoni che lo caratterizzano e lo rendono unico, così come ogni essere vivente ha la sua voce, ed è caratterizzato da un’individualità sonora così anche un ambiente, può essere individuato mediante la sua unicità sonora che è data dalla forma, dai materiali, da mutevoli fenomeni atmosferici e dalla combinazione di fattori che ne determinano un organismo unitario. Poter ascoltare tale respiro ci pone nella condizione di percepire in modo profondo la realtà in cui siamo immersi.

M. Schafer ci ricorda che “Il paesaggio sonoro del mondo sta cambiando. L’universo acustico in cui vive l’uomo moderno è radicalmente diverso da ogni altro che lo ha preceduto. I suoni e i rumori sono nuovi, di qualità e intensità diversa dai suoni e dai rumori presenti nel passato. Sono stati più volte sottolineati i pericoli legati alla diffusione indiscriminata ed imperialistica di un numero sempre maggiore di suoni - e sempre più potenti - in ogni angolo della nostra vita. L’inquinamento acustico rappresenta oggi un problema mondiale e il paesaggio sonoro sembra aver ormai raggiunto il massimo della volgarità. Secondo molti autorevoli esperti, se questo problema non verrà rapidamente preso in considerazione, il punto di arrivo sarà una sordità universale”.
Diventa allora di fondamentale importanza recuperare e valorizzare quello che è la memoria di antichi suoni non ancora inquinati dal cosiddetto progresso tecnico.

L'INQUINAMENTO ACUSTICO

Cosa è il rumore

Il rumore è una sensazione umana. Le variazioni di pressione dell'aria agiscono meccanicamente sul timpano dell'orecchio, tramite il sistema nervoso sono trasmesse al cervello per essere elaborate/valutate. Ogni rumore è caratterizzato da una frequenza e da un'ampiezza. L'ampiezza determina l'intensità del suono. La frequenza invece determina la caratteristica del suono, quanto maggiore è la frequenza tanto più il rumore sarà acuto e disturbante per l'uomo. L'inquinamento acustico è una somma di rumori provenienti da più fonti, in ambienti interni ed esterni, in grado d'essere percepiti dall'uomo e di influire sul proprio equilibrio psicofisico.

Come si propaga il rumore

Il rumore (e più in genere il suono) si propaga nell'aria ma anche nei materiali. La velocità di propagazione è diversa a seconda del materiale attraversato. Alcuni materiali sono in grado di abbattere la velocità del suono e di assorbirlo parzialmente, per questa loro caratteristica sono detti fonoassorbenti.

Come si misura il rumore

Il rumore si misura in decibel.Il decibel è il rapporto tra la pressione sonora (P) e una pressione di riferimento (PA) moltiplicato per dieci.
Ad esempio, il fruscio delle foglie equivale all'incirca a 10 dB. Una conversazione tra due o più persone equivale a 50-60 dB. Oltre i sessanta-settanta decibel il rumore inizia ad essere percepito con fastidio da parte dell'uomo. Ovviamente, si tratta di soglie indicative, ogni uomo ha una soggettiva percezione del rumore. Un aspirapolvere in funzione in una stanza equivale circa a 70 dB. La soglia del rumore è invece fissata a 120 dB. La percezione del rumore non è lineare. In altri termini, 30 dB non è la metà di 60 dB. Un rumore pari a 86 dB è il doppio di 80 dB. Quindi, ridurre di sei decibel il rumore, abbassandolo da 86 a 80 db, si dimezza la sensazione di disturbo percepita dall'uomo.

lunedì 14 novembre 2011


APOLLO E MARSIA

Secondo i miti greci e romani Marsia era un satiro di origine frigia, legato a una celebre contesa col dio Apollo. Egli aveva infatti trovato casualmente un flauto appartenuto ad Atena, che lo aveva però gettato via disgustata perché si era accorta che quando vi soffiava dentro le sue fattezze risultavano alterate.  Marsia aveva raccolto il prezioso strumento notando che esso, spontaneamente, produceva suoni soavi e meravigliosi e in breve tempo divenne molto famoso tra i seguaci della dea Cibele e tra i coltivatori dei campi. Esaltato da questa scoperta e dalla crescente bravura, Marsia ebbe l'ardire di sfidare lo stesso Apollo ad una gara di musica: la condizione posta fu che il vincitore avrebbe avuto il diritto di fare tutto ciò che avesse voluto del vinto. Apollo suonò la cetra e Marsia il suo flauto finché alla fine le nove Muse, chiamate a far da giudici nella competizione, decretarono un pareggio tra i due sfidanti. Apollo non soddisfatto pretese che gli sfidanti dovessero cantare e suonare allo stesso tempo cosa ovviamente impossibile con il flauto. Secondo un' altra versione della leggenda il dio Apollo pur di garantirsi la vittoria capovolse  la sua lira e pretese che altrettanto facesse Marsia col suo flauto. Il dio vinse così la sfida e punì Marsia per la sua superbia facendolo legare ad un albero e scorticare da uno schiavo della Scizia. Il suo sangue divenne la sorgente di un omonimo torrente e Apollo appese la sua pelle all'uscita della caverna dove sgorgava il corso d'acqua.
I MUSICANTI DÌ BREMA
Un asino, un cane, un gatto e un gallo, tutti e quattro vissuti in diverse fattorie, una volta invecchiati vengono cacciati via e trattati male dai loro padroni. Ad uno ad uno abbandonano il proprio territorio e scappano via insieme, decidendo di andare a Brema per vivere senza padroni e diventare musicisti.
Sulla strada per Brema i quattro animali scorgono una casa abitata da alcuni briganti. Essendo affamati, pensano di mandarli in fuga per poter ottenere del cibo. Perciò, dopo essersi posizionati l'uno sopra la schiena dell'altro, intonano uno strano concerto emettendo i propri versi. I briganti, non sapendo da dove provengano quei rumori e credendo che ci siano dei fantasmi, fuggono via a gambe levate, liberando così la casa agli animali, che si rifocillano e riposano lì per la notte.
Durante la notte, i briganti ritornano sul posto e mandano uno di loro per controllare la casa. Non essendoci luce, il brigante va in cucina per accendere una candela e vede gli occhi del gatto brillare nell'oscurità, scambiandoli per carboni ardenti. Allora avvicina la candela verso il gatto, ma il felino gli salta addosso e gli graffia la faccia, dopodiché l'asino gli tira un calcio, il cane gli morde una gamba e il gallo lo becca spingendolo verso la porta e strillando. Tornato indietro dai suoi compari, il brigante racconta loro di essere stato malmenato da un'orribile strega che lo ha graffiato (il gatto), da un uomo che lo ha ferito con un coltello (il cane), da un mostro che lo ha colpito con un bastone (l'asino), e da un giudice che urlava sopra il tetto (il gallo). Alla fine i briganti abbandonano definitivamente la casa e i quattro animali vivranno felicemente lì per il resto della loro vita.
IL PIFFERAIO MAGICO 
La storia si svolge nel 1284 ad Hamelin, in Bassa Sassonia. In quell'anno la città viene invasa dai ratti.
 Un uomo con un piffero si presenta in città e promette di disinfestarla; il borgomastro acconsente promettendo un adeguato pagamento.
Non appena il Pifferaio inizia a suonare, i ratti restano incantati dalla sua musica e si mettono a seguirlo, lasciandosi condurre fino alle acque del fiume Weser, dove muoiono annegati.
La gente di Hamelin, ormai liberata dai ratti, decide incautamente di non pagare il Pifferaio.
Questi, per vendetta, riprende a suonare mentre gli adulti sono in chiesa, questa volta attirando dietro di sé tutti i bambini della città. Centotrenta bambini lo seguono in campagna, e vengono rinchiusi dal Pifferaio in una caverna.
 Nella maggior parte delle versioni, non sopravvive nessun bambino, oppure se ne salva uno solo che, zoppo, non era riuscito a tenere il passo dei suoi compagni. Varianti più recenti della fiaba introducono un lieto fine in cui un bambino di Hamelin, sfuggito al rapimento da parte del Pifferaio, riesce a liberare i propri compagni. Una variante dice che i bambini entrano in questa caverna seguendo il pifferaio magico e fuoriescono da un'altra caverna, la grotta di Almaş in Transilvania.
Questa era una delle leggende che spiegava l'arrivo dei sassoni in Transilvania, che così sarebbero appunto i bambini portati dal pifferaio magico di Hameln.

lunedì 24 ottobre 2011

                                      Il flauto magico
L'azione si svolge nell'antico Egitto, trasfigurato in una dimensione
 fantastica e fiabesca.
Il principe Tamino sta fuggendo da un serpente e gli vengono incontro le tre dame della regina della notte per aiutarlo. Le dame lo presentano alla regina della notte, Astrifiammante, che lamenta il dolore per la scomparsa della figlia Pamina, rapita dal malvagio Sarastro. Tamino, affascinato da un ritratto della giovane, decide di andare con l'uccellatore Papageno a salvare la principessa. Le Dame consegnano a Tamino un flauto magico e un glockenspiel (carillon) fatato a Papageno. Tamino e Papageno si incamminano verso il Tempio di Sarastro, sotto la guida di tre ragazzi. Papageno giunge per primo al tempio e penetra persino nella stanza dove il perfido moro Monostatos tiene imprigionata Pamina. Papageno e Pamina, scacciando Monostatos, tentano la fuga. Tamino frattanto giunge di fronte a tre Templi (Natura, Ragione e Saggezza) e si confronta con un sacerdote che, oltre a smontare l'immagine di un Sarastro cattivo, pone domande a Tamino sul suo essere uomo. Tamino, sconcertato e disorientato, suona il flauto magico nella speranza di far comparire Pamina, invano. Trascinato da Monostatos, viene successivamente condotto al cospetto di Sarastro (alla presenza anche di Pamina), che lo libera e gli dice che, se vorrà entrare nel suo regno con Papageno, dovrà purificarsi. Tamino e Pamina si riconoscono e si amano da subito.

Sarastro invoca Iside ed Osiride affinché aiutino spiritualmente Papageno e Tamino, che quindi iniziano la prima prova: dovranno stare in silenzio, qualunque cosa accada. Monostatos si avvicina furtivamente a Pamina addormentata: vorrebbe baciarla, ma è cacciato da Astrifiammante che, porgendo un pugnale alla figlia, le ordina di vendicarla uccidendo Sarastro. Monostatos, non visto, ha ascoltato tutto e minaccia di rivelare l’intrigo se Pamina non l’amerà. Sopraggiunge Sarastro: dopo aver scacciato Monostatos si rivolge paternamente a Pamina e le spiega che solo l’amore, non la vendetta, conduce alla felicità. Pamina cerca di parlare a Tamino, ma il giovane - essendo ancora sottoposto alla prova del silenzio - non può. Lei credeche non l'ami più, come le ha suggerito Monostatos, ora diventato alleato di Astrifiammante e forse innamorato di lei, e, colta dal dolore, medita il suicido, ma viene fermata da tre ragazzi che l'informano dello scopo della prova. Durante questa prova, Papageno parla con una vecchina, che, poco più tardi, si rivelerà essere Papagena, una donna simile a lui, di cui si innamora. Tamino e Pamina superano le due successive prove: l'attraversamento dell'acqua e del fuoco. Ma subito dopo arrivano Astrifiammante, Monostatos e le tre dame per sconfiggere Sarastro. Un terremoto li fa inabissare, e così si celebra la vittoria del bene sul male. Pamina e Tamino vengono accolti nel regno solare di Sarastro.
                                          Pamina e Tamino